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L'eros di Mannelli “sfida” Los Angeles. La scommessa di un film-maker romano

A partire dal 30 gennaio cento opere del più artista tra gli illustratori italiani, saranno esposte nelle sale della galleria Building Bridges Art Exchange a Santa Monica. La mostra è prodotta e curata dal romano Gianluca Draghetti.


Una sfida, una provocazione, una scommessa, dettati dalla voglia di mettersi in gioco ma anche di rischiare il tutto per tutto. Si può leggere così l'ambiziosa operazione di Gianluca Draghetti, romano filmmaker di 42 anni, che ha progettato, prodotto e organizzato la prima mostra di Riccardo Mannelli, uno dei massimi disegnatori italiani, forse il più anarchico e fuori dagli schermi, a Los Angeles. Una grande esposizione che porterà, dal 30 gennaio all'8 marzo, un centinaio di opere, con le sue nudità iper realiste e ostentate, nelle sale della galleria Building Bridges Art Exchange nell’Arts Center di Bergamot Station a Santa Monica. Autore di diversi documentari e studioso di storia dell'arte, Gianluca Draghetti si è trasferito nella città californiana da un paio d'anni per dedicarsi alla scrittura e al cinema. Quando sulla sua strada è apparso Riccardo Mannelli non ci ha pensato due volte, lanciandosi in un progetto costato oltre un anno di lavoro. Una mostra e un documentario “Notes for the Reconstruction of Beauty” per raccontare all'America il più artista tra gli illustratori italiani, tra i fondatori del Il male, collaboratore di diverse riviste e quotidiani (Cuore, Linus, La Stampa, Il Manifesto, Repubblica, Il Fatto Quotidiano). “Mannelli è il più bravo di tutti, un uomo con una straordinaria capacità umana di comunicare, con una grande dolcezza, intelligenza, sensibilità; un artista senza mezze misure, per lui o è bianco o è nero, i grigi non esistono: è per questo che è anche il più invendibile. Organizzare questa